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al testo di Paolo Mazzocchini
Ex dolore
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Ci si sveglia talvolta dal letargo di un dolore come in gennaio filamenti di alberi affiorano all’alba dal latte della nebbia nottetempo rappreso nel cavo della valle: nel letto chiaro si incide fitto il ricamo nero dei rami, come guizzi di capillari inturgiditi appena nel teso pallore dei palmi schiusi delle mani.
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Franca Alaimo
- 17/01/2015 00:30:00
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Molto bella questa poesia costruita su due paragoni: il primo mette in relazione la sensazione di un dolore intimo con un paesaggio di alberi avvolti dalla nebbia; il secondo, che si genera dallintreccio dei rami, ha un movimento contrario, poiché questa immagine della natura rimanda ad un particolare corporeo, cioè al percorso delle vene sotto la pelle candida delle mani. In questo modo il paesaggio e luomo che lo guarda sono strettamente in relazione, arricchendosi reciprocamente di suggestioni.
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Lorenzo Mullon
- 16/01/2015 20:21:00
[ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]
ci svegliamo dal letargo dellanima con un dolore diffuso ma in dono abbiamo una poppata del latte della nebbia
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cristiana fischer
- 16/01/2015 19:18:00
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vaghezza del ricordo di un dolore confusamente avvertito, bene resa
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