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Ex dolore

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Ci si sveglia talvolta dal letargo di un

dolore come in gennaio filamenti

di alberi affiorano all’alba dal latte

della nebbia nottetempo rappreso

nel cavo della valle: nel letto

chiaro si incide fitto il ricamo

nero dei rami, come guizzi

di capillari inturgiditi appena

nel teso pallore dei palmi

schiusi delle mani.

 Franca Alaimo - 17/01/2015 00:30:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Molto bella questa poesia costruita su due paragoni: il primo mette in relazione la sensazione di un dolore intimo con un paesaggio di alberi avvolti dalla nebbia; il secondo, che si genera dall’intreccio dei rami, ha un movimento contrario, poiché questa immagine della natura rimanda ad un particolare corporeo, cioè al percorso delle vene sotto la pelle candida delle mani. In questo modo il paesaggio e l’uomo che lo guarda sono strettamente in relazione, arricchendosi reciprocamente di suggestioni.

 Lorenzo Mullon - 16/01/2015 20:21:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

ci svegliamo dal letargo dell’anima
con un dolore diffuso
ma in dono abbiamo una poppata del latte della nebbia

 cristiana fischer - 16/01/2015 19:18:00 [ leggi altri commenti di cristiana fischer » ]

vaghezza del ricordo di un dolore confusamente avvertito, bene resa

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